Castello Galli
Il Castello Galli è probabilmente l'edificio più antico di La Loggia ed è molto difficile distinguere le vicende storiche dei loggesi dalla storia del castello e dei suoi proprietari. Ha in comune con Villa Carpeneto la capacità di ricomporre molti frammenti dell'identità culturale loggese, ma si distingue per una sua maggiore accessibilità. Se in periodo feudale era una fortezza per difendere il territorio dagli attacchi degli intrusi e insieme intimorire gli abitanti delle cascine circostanti, con il passare del tempo si è trasformato, grazie alla famiglia Galli, nel luogo attorno a cui è nato il primo embrione di una partecipazione attiva della popolazione loggese alla gestione propria comunità. Da severa fortezza a luogo familiare: questa apparve l'evoluzione del castello.
Quando era ancora in vita l'ultima discendente della famiglia Galli, la contessina Laura, un salone accoglieva i bambini per il catechismo. Il castello si offriva allora allo sguardo dei più piccoli, mostrando loro i segni del suo passato splendore.
Una triste vicenda di lasciti ed eredità segna la storia del castello negli ultimi anni e rappresenta uno dei momenti più amari della vita della contessina, condizionata in vecchiaia da un'autorità religiosa non degna della fiducia accordatagli. Il Castello rimane per parecchi anni un luogo chiuso "molto riservato", lontano dalle esperienze dirette degli abitanti di La Loggia.
Il Barone D'Auvare, cugino della contessina e uomo che sembra averne ereditato la cordialità, entra in trattative con i Paolini e riesce ad acquistare il castello. Da quel momento il castello diventa proprietà della famiglia D'Auvare, originaria di Nizza.
Oggi il castello, la cui parte nord ha conservato il carattere medioevale, mentre la facciata sud è stata rifatta nei primi anni del 1700, si presenta come uno dei simboli forti attorno ai quali la comunità si riconosce: il Gonfalone del Comune di La Loggia rappresenta infatti un gallo, a conferma della profonda impronta che i Galli hanno lasciato nella storia del paese.
Tratto da AA.VV.- "Tra le anse del grande fiume" - Editore "Il Segnalibro".